Vagina’s Secrets parte 6 (VM33 ANNI)


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Prologo

Chi non ha più una vita

lascia che il vento sparga i dissensi della propria infanzia

come quel tempo che

annoiato a regalare un ritmo

si chiude nella propria fermezza

ed è così che ogni cosa si dissolve

Certamente circoscrizionale è la situazione che mi è accaduta

e se è inalterabile dal punto di vista ipotetico

nel senso che ciò che si ipotizza nasce da una supposizione

di una verità e di una menzogna

credo sinceramente di attendere un bambino

e

nel senso lato del moto di luogo

dissoluta

non lo attendo alla fermata del bus

o ad una scuola di festose pulzelle

ne

dopo la festa d’ addio commiato

del criceto di famiglia

defunto in circostante

ignote

e poco ponderabili

lo attendo

come moto di crescita a me insignito

in pratica

dentro me

e se tale sorpresa non era atta alla concezione del finto benessere nel quale mi ero posta

se donna

posto se uomo

ora mi ritrovavo

a rimuginare

su quale vestitino

comprare

per modo di dire convenzionale

o quale marca di scarpe

far indossare lui

o lei

sempre dipende

dal fattore genetico

raffigurante

o quale pappa

esaminare

onde ritenerla idonea

alla sua cura e crescita ormonale

corretta e non disfunzionale

del padre

il cui finto delitto è il non esistere

dato che

ho rapporti giornalieri multipli del cinque

parafrasando una diagnosi

direi

ho molte cure

per un solo malanno

e sinceramente

rilevo solo quello

dicevo

sempre riagganciandomi al di cui sopra

figura maschile

il padre proprio

non mi sovviene

è

pur vero non usavo contraccettivi

atti ad illudere una giovane donna

come me

o uomo

se nel caso in cui muto

riferitosi

a trasgredire al concetto della nascita

il problema sostanziale era tutt’altro

la mia testa già enormemente migliorata

essendo pregna

sotto il punto di vista congetturale

proprio lei

pensa

adesso pensa

prima intuiva

si infiammava

elargiva

adesso riflette

sui proiettati

ed i contrariati

i pro ed i contro

per i vostri gusti

avere un figlio oggi

sempre se maschio

una figlia oggi

sempre se di cui al capoverso di differenziazione precedente

o

avere

una via di mezzo

o

addirittura

avere uno

o una come me

sempre se uno

sempre se una

che muta come me

e non al calar delle tenebre

ma quando più la compassata voglia di mutare prende il sopravvento

dicevo

avere un personaggio così

non so quanto sarebbe

caustico

e non lo dico per me

ma per la creatura di cui alla pancia sta

o sta per essere inizialmente

animata

ma

poi mi sono detta

in quanto donna

e badate bene

ora ci tengo a rimanere tale

mi sono detta

ci penseremo

a parto avvenuto

perché

ciò che distoglie una problematica dal suo fulcro

è la sua condanna

a quella pena ancora non data

decisi

pertanto

seduta sopra quella sedia

al primo piano dell’ospedale

di cui ho la residenza come lui inteso come

combriccola sanitaria preposta

alla città nativa

attendere

la mia prima visita

ginecologica

con una donna

in quanto donna

non era poco plausibile che il rischio

fosse elevato

o forse l’inverso non so

scoccò la lancetta terminale delle dieci

era mattina dello stesso giorno di sempre

e l’impavida segretaria addetta allo smistamento clientela

mi disse che potevo dirigermi verso la stanza

nove del primo piano

corridoio

due

frazione sette

potevo perché la ginecologa

con la quale avevo preso appuntamento

era giunta a noi

a loro

all’ospedale tutto

e credo anche alla città

dato che non era di residenza convenzionata

ma queste sono futilità di cui non dovrei darvi merito

entrai subitanea alla chiamata

un po distante

un po

rigorosamente altrove

con la testa

e sette delle altri parti del corpo

fu quando mi sedetti di fronte a lei

compresi

che

come mio timore

iniziale

essendo donna

avrei avuto voglia di lei

e quel senso

un po’ mi porto ad un imbarazzo

ma mai reverenziale

al che le dissi

mi scusi

è la prima volta

e

sono infatuata dalle donne

in quanto donna

perciò

nel caso lei mi tocchi

la vagina

credo che potrei impazzire

ma

non voglio un uomo

per quello che lei dovrà ora fare su me

in quanto non sono uomo

e non proverei niente

e io nacqui solo per provare

la ginecologa

alzò gli occhi da un tabulato che aveva sottomano

prima che dica qualcosa

le dissi

sappia

di me

certe peculiarità

non in senso di anzianità

ma di sviluppo cromosomico

io sono donna

come ora vede ma

ci sta

capita

avviene

che possa mutare in uomo

e

anche se lei

può considerarmi una pazza

una miscredente

dell’atto di Dio

mi capita davvero

ecco perché

sono così restia

a gestire una gravidanza

soprattutto quando muterò

nella razza composita

di cui alla diversa

parvenza di quella attuale

la vidi

prendere il telefono

come per chiamare

le forze armate

la Digos

L’Fbi

il Kgb

oppure il servizio segreto delle guardie forestali dello Zimbabwe

agii di scatto

tirai fuori dalla borsa mille euro

in contanti

che peraltro avevo trovato

diciassette minuti prima per terra

come di solito accade

dicendo lei che

avevo già pagato la visita standard registrata all’albo dei professionisti uterini

di cui lei aveva il protocollo

che quelli erano extra soglia

se lei

mi visitava

la ginecologa

che di tanta bella parvenza era

barcollò

parve volesse proliferare qualcosa

un annuncio

un sussurro

un qualcosa che non spuntò fuori

non partì neanche

annuì con la testa

dicendomi

di mettermi sul lettino

distesa

per niente contrariata

ma già molto su di giri

e credo fossero

trentatré primi anni settanta

eseguii

l’ordine impartitomi

con una bieca indifferenza

mascherata

da un supporto corale intrinseco che la mia coscienza aveva deciso di intraprendere

atta a difendermi dal saltargli addosso

appena mi avesse sfiorata

in pratica contavo i cazzi

un cazzo

due cazzi

tre cazzi

e così via

li contavo nella testa

cazzi che saltavano aiuole

li contavo per rimanere distante da quell’apprensione sessuale

ponderatamente maniacale che mi accadeva quando una mi toccava l’utero

ed i suo contrapposti anfratti

sette cazzi

otto cazzi

nove cazzi

e continuavo

poi mi ficcò qualcosa nel profondo

e badate bene

non sono egocentrica nel dire che venni tre volte col resto di due

quelle due

le avrei tenute di scorta appena uscita

ma

mascherai

il tutto

per non metterla in imbarazzo

per non

farmi gettare nella massa

con una semplice parola

lei è folle

cosa vuole

vada via

rimasi in trasformatorico silenzioso

ricontando i cazzi

dieci cazzi

undici cazzi

dodici cazzi

tredici cazzi

poi mi sussurrò qualcosa

e nella mia testa pensai che

la mia vagina le aveva parlato

aveva discusso con lei

l’aveva ammaliata

a tal punto da

indurla in tentazione extra lavorativa

ma no

niente

mi chiese il nome

che io non pronunziai tanto disperata dal conteggio

poi

la ginecologa parve fermarsi

sapete come quel mortaio che all’atto della precedente esplosione

ricarica

l’angusta risorsa del morire

e poi

si rilancia

ecco così

mi guardò

e mi disse una cosa che non compresi appieno

forse non la compresi proprio

mi disse

di salire al terzo piano

che c’erano altre sollecitazioni da fare

quelle in essere non bastavano

al che

quasi venni di nuovo

ma non titubai oltre

presi

le strinsi la mano

calorosamente

e le dissi

mi chiamo Valentina

Valfonda

Vecrilica

ma alle amiche

ed alle ginecologhe

così carine

dico solo

chiamatemi V


Vagina’s Secrets Parte 6


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6

Buonasera

mi chiamo Valentina

e

di cui al capoverso dell’isola pedonale che non c’è

sono una donna

però

non sempre

talvolta

mi cresce il pene

strumento maschile atto a svolgere in funzioni erettili

penetrazioni altrui

recondite

e meno recondite

e

badate bene

non è una questua psicologica

cresce davvero

poi

come cresciuto

sparisce

scompare

come l’alba sta al tramonto

lui

da il cambio

il posto

insomma

mi ritorna l’apparato digerente

sessualmente parlandone bene

femminile

si

proprio quello

se volete chiamarla vagina

vulva

passera

lei

proprio lei

nel bene

e nel male

così detti complementari

io cambio

muto

vario

ma quante volte l’avrò ripetuto a questo internet pinot

luogo dove scrivo le mie parabole

iperbole

assonanze al vero dominante

conflitto

ma è così

non trattasi di malattia

ne di forma genetica aliena

ne per altro sono squilibrata

semmai un po zoccola

ma niente di più che una zoccola qualunque

sempre se la definizione a voi consona

ribadisce il concetto che gli date

si denomina zoccola

una che va con tanti uomini

pertanto non lo sono

come donna

ma come uomo

si sono zoccolo

se

definendo il concetto di cui il capoverso sopra

come uomo vado con tanti uomini

e come donna vado con tante donne

sia mai

e qui

lo redarguisco

che accada

ma neanche per una volta

o forse si ma casi strambi e rari

fossi donna

mentre ero con un uomo

e mai

a calcio di rigore di logica

metafisica

e quantistica

fossi uomo

e andassi con qualche donna

le parti opponenti si contrastano

come un vulcano che tenta di esplodere alla foce

quando invece

nasce a delta

neanche gamma

figuratevi

comunque sono qua

finalmente

donna

vestita tutta a puntino e mezza virgola

gambe accavallate

aria fresca interna

col considerevole non dubbio che non le porto

del concetto di cui sempre tanto lontanamente sopra espresso,

le mutande

e qui una virgola punto e accapo ci stava

sono qui per raccontarvi uno strano fatto a me accaduto

come donna

qualche giorno fa

e se vi parrà strano

non dubitate della stranezza

ma ponetevela al fianco come una spina disadorna

e fatevene una ragione di vita

era mattina

e come ogni mattina

prendevo un cappuccino

al bar di cui solito

senza convenevoli andavo

vuoi per stupida convinzione

vuoi per meno stupida convinzione

che la convinzione stupida non lo fosse poi cosi tanto

già la cosa mi puzzava

e non era di cui sotto la gonna niente

c’era qualcosa nell’aria che non andava

anche in me

peraltro

sentivo

un dolorino

ma impercettibile come uomo

forte come donna

al basso inguine

al ventre

insomma

li

pare alla vagina

un dolore tra il lancinante ed il lancinante quasi

come colei che prostra dal dolore

si immerge nel sacrificio collettivo di non ascoltarlo più

eppure io lo udivo

quel fastidio

irriverente e reverenziale

di cui al capoverso precedente al basso utero

al che

mi alzai

e decisi

ma solo per mia convenevole parvenza

di andare verso una casa

di cura

ospedale

o chicchessia

per un esame più approfondito

del caso

come quello speleologo che

esaminando un fosso equo esadecimale

s’infervorasse

al riscontro dell’incastro

in pratica

andai in ospedale

ora

voi sapete

quando mi capita

di fare qualcosa

di volere qualcosa

di ottenere qualcosa

il buon

signore dell’alto dei piani

mi concede sempre

esemplarmente un grande vantaggio

trovo soldi per terra

atti a soddisfare quel bisogno iniziale e primario

di cui al capoverso d’immagine

di prima

richiedevo

poi

appena giunta alla reception

di quella struttura diafana ed ingombrante

chiedo

ad una addetta alla cassa

o

a chissà cos’altro

se potessi avere d’urgenza rimessa

una visita

una sbirciatina

un controllo

che rimarcasse

subodoratamene

che quel mio male

era solo un passeggero di un treno

di seconda classe

verso il crocevia del niente

al che la signorina

quasi turbata da una delle mie frasi

tanto facciamo subito

non porto neanche le mutande

disse che

un ginecologo a quell’ora di punta

non ci sarebbe stato

ed erano le dodici

rimasi in dolce attesa

un po amara ogni tanto

quando vidi

passare un uomo

alto

snello

compassato

non mi alzai sovente per delineare il mio stato

ero donna

ed il mio gradimento ad ora era donna

attesi

finché l’inserviente

la ragazza

insomma

l’addetta alle vendite

degli appuntamenti subitanei

mi chiamò a se

dicendomi che per puro caso fortuito

e sequenziale

si era liberata una certa dottoressa

molto in gamba

e

tra dieci minuti

potevo parlare con lei che aveva un buco libero

sui buchi liberi

rimasi a pensare

poi nell’attesa

un po stranita

uno strano

angusto pensiero mi balenò

nel ventre

e se fossi pregna?

Richiusi quel pensiero in una vasca da bagno d’amianto

solo per un attimo

pensando alle conseguenze di quel idioma

incinta io?

Impossibile

ho rapporti quasi tutti i giorni

anzi si

ma non solo come donna

se donna

anche come uomo

se uomo

pertanto ci sarebbe stata una casualità rilevante del cinquanta per cento

poi

come fosse ceralacca

di scarpe obsolete

riposte nel ripostiglio dei miei snaturati desideri

mi dissi

o mio Dio

non posso esserlo

è un problema

perché quando muto che accade?

Quando il mio corpo cambia

impercettibilmente

da donna ad uomo

anche la maternità cambia?

Ma

su questo famelico dubbio devo lasciarvi

perché l’internet pinot sta chiudendo

confido di scrivervi tutto quanto prima

risvolti capovolti e conseguenze

del caso di cui

io personalmente

come donna

se donna

e come uomo

quando uomo

mi è capitato

il mio nome è Valentina

Verusca

Veranda

ma

di solito

è d’uopo chiamarmi V

del resto non è una questione interrazziale

no?

V


Il Ritorno di Dark Angel (Puntata doppia 3-4)


imageTerza parte

(Paradiso)

Anno domini 2015 DD

(Dopo Dark)

(Giulia)

Dunque bischero di un angelo grullo….o che ci racconti o no gli eventi?

(Dark)

Te stai calma ! Ossobuco…intanto sedetevi..

(Giovine)

Qui?

(Dark)

Si…

(Giovine)

Ganza..la nuvola sedia…

(Giulia)

Io non mi siedo su un puffo bianco…io fluttuo…

(Dark)

Fluttuami sto cazzo! Siediti ed ascolta!

(Giulia)

Madre tua come sei volgare ancora!

Ma non hai imparato?

(Dark)

Tanto ormai…chi mi controlla qui?

Il Capo delle forze armate puttesche?

(Giulia)

Eh?

(Dark)

Giulia..Il paradiso è allo sbando…

Gli angeli scioperano…

il babbo è malato…

sono solo…

(Giulia)

Meglio solo che ben accompagnato…

(Dark)

Si..va be..

Inizierò a raccontare gli avvenimenti…

(Giulia posò la falce su n’appendi nuvola e cercò di sedersi come gli altri)

(Giulia)

Sono tutt’ ossa….dai comincia…

(Dark)

Tempo fa…circa un mese direi…stavo con una amica di copula sulla terra a Poggio a Caiano…

(Giulia)

Una amica di copula sarebbe?

(Dark)

Una che mi trombavo ok?

(Giulia)

E ti pareva! Angelo maniaco e pervertito…ma te solo a quello nella tua eternità hai pensato?

(Dark Parve non ascoltare e continuò)

(Dark)

O un mi arriva un sms del segretario del babbo che diceva testuali parole

Signorino Angel per favore venga su! Problemi di enorme entità”

(Dark)

Al che pensavo che si era rotto lo scaldabagno angelico e che nessuno avesse voglia di ripararlo..

(Giulia)

Certo che sei acuto eh!

(Dark)

Gli risposi…di chiamare qualcun altro per le riparazioni…

o di dire al babbo..di fare un miracolo..

(Giulia)

Perché per gli scaldabagni ci vuole un miracolo?

(Dark)

Talvolta si! Ma soprassediamo!

(Giulia si alzò dalla nuvola e si risedette)

(Dark)

Cazzo fai?

(Giulia)

Mi soprassiedo!

(Dark)

Ma vai a…

(Giovine)

Dai non litigate è interessante..

(Dark)

Eh! Na cifra!

Insomma…tolsi il mio pene angelico…dalla donzella di Poggio , le chiesi scusa….spiegai le ali e mi involai…

(Giulia)

Te chiedi parecchie volte scusa mi sa…alle donzelle

(Dark)

Piantala o ti faccio pulire i cessi….che nessuno…osa…

(Giulia)

Perché gli angeli defecano?

E cosa defecano?

Palline di nuvola?

Ah! Ah! Ah!

Già mi diverto…

(Dark)

Proseguo..che è meglio…

Al che il segretario mi mandò un nuovo sms dicendomi di sbrigarmi…

che qualcuno…a Tavarnelle Val di pesa…aveva già informato Lucifero del malanno del mi babbo..

(Giovine)

Una spia in paradiso?

(Dark)

Pare….

Quando giunsi tosto…lassù…gli altri angeli…arcangeli…Cherubini e Serafini…

si opposero al mio rientro…

(Giulia)

Vorrei vedere…uno come te…

(Giovine)

E come facesti?

(Dark)

Bhe Ovvio! Sono il figlio del padre!

(Giulia)

Grazie alla falange!

Però sei quello più idiota!

(Dark fece per alzarsi dalla nuvola per inveire contro la morte)

(Quando un Putto gli sopraggiunse alle ali)

(Putto angelico di rango elevato)

Signor Angel…

(Dark)

Si? Buone nuove?

Alleati?

(Putto)

No è che…

(Il putto gli sussurrò qualcosa)

(Poi scomparve)

(Dark)

Lo sapevo…

lo immaginavo! Maremma maiala!

(Giovine)

I che?

(Dark)

Lucifero! I mi fratello malefico…ha richiamato tutti i demoni che un tempo sottostavano al suo comando…

(Giovine)

Ma questo lo sapevi già!

(Dark)

No…aveva formato un esercito di nuove leve…demoniache..

ma è riuscito a convincere i vecchi demoni…

che si erano rifatti una vita , a tornare.

(Giulia)

Io non ci ho capito una dieta!

(Dark)

Belzebù! Che faceva il fabbro…in un negozio a San Casciano…

Satanacchia che insegnava ad un asilo…a Bologna Centrale..

tanto per dirtene due..

(Giulia)

Satanacchia insegnava?

(Dark)

Pare….

Insomma..li sta richiamando tutti…dicendo loro…che il babbo sta male…e che lui ora è forte abbastanza per riprendersi il paradiso…

(Giovine)

E i demoni….? Si sono convinti?

(Dark)

Temo di si…

quando uno è demoniaco…può anche cambiare per un po…ma resta demoniaco..dentro

(Giovine)

ne convengo…il male non ha limiti…

(Giulia)

Ho fame! Si mangia?

(Dark)

Ah già..avevo detto al cuoco Putto…di organizzare il pranzo…per 20

siamo solo…in..6

(Giovine)

Vedrai arriveranno….ma Mortimer lo hai sentito?

(Giulia)

I mi bambino! Come starà? Spero male…

(Dark)

Non ha risposto al mio appello..Chissà in quale cazzo di dimensione è adesso..

dai alziamoci…

mi è presa una fame…pure a me…a forza di parlare…

(Giulia)

Certo che vedo…gli sforzi enormi…che fai…qui..

e bravo angelo grullo…

(Dark)

Guarda…catacomba del cavolo…che è molto faticoso…dirigere una azienda…come questa…

(Giulia)

See! See!

Dirigi un nugolo di Putti…il resto ti ha mandato a fare nel culo!

(Dark)

Ma che c’entra?

Se non sono capito è colpa mia?

Se gli altri angeli sono invidiosi perché sono raccomandato…

(Giulia)

E non poco…

(Dark)

E’ colpa mia?

(Giovine)

Credo di no

(Dark)

Se ho un fratello maggiore…disperso nello Zambia..a fare del bene a quelle popolazioni…senza connessione Angel-fi

è colpa mia?

(Giulia)

Gesù?

Secondo me non verrà mai…

lui è così…Vintage…

(Dark)

Lui ha rifiutato il trono…

ha scelto una via diversa…

anche io avevo rifiutato…

(Giulia)

Già..preferivi copulare…

(Dark)

Ma sono stato costretto…solo perché ho la tre…

(Giovine)

Cioè te dici che grazie alla connessione…il compito arduo di salvare il paradiso dalle orde maligne , sia toccato a te?

(Dark)

Pare…e poi non ci si deve incazzare…

(Giulia)

Ma falla finita….dai ho fame…

e vuol dire che se hai preparato per venti e siamo in sei…mangeremo anche quello degli altri…

ho un osso della posturale che mi scricchiola dalla fame…

(Dark urlò qualcosa ad un putto lontano)

E’ pronto?

(Putto)

Si signore…tra cinque minuti…potete venire…

ce l’abbiamo messa tutta signore…

spero gradirete..

(Giulia)

Certo che una volta andavamo nelle pizzerie…

ora…tra le nuvole…

mah…

(Dark)

Taci…

(Giulia)

Taci tu..

(Dark)

No te..

(Giulia)

Prima te…svalvolato…

(Dark)

Giuro che se dici una sola parola…

una sillaba ancora , ti do un’arcata angelica…

(Giulia)

Sai che paura mi fai! Angelo degradato…ed impotente!

(Dark)

Non sono impotente…

(Giulia)

Dai…lo sanno tutti…

(Dark)

Ma cosa?

Che devono sapere?

(Giulia)

C’è in giro una epistola..

(Dark)

Una che?

(Giulia)

Ma lascia perdere…che ci parlo a fare..

(Dark)

No..no..ora me lo dici….

cosa c’è in giro?

(Giulia)

Ma niente…sono voci di corridoi insanguinati…

(Dark)

E cosa dicono?

(Giulia)

Solite cose….che sei un angelo fallito…

che sei un maniaco…

ma che nonostante tu lo sia, ed anche tanto…

non riesci a conquistare più una donna…

e se per puro caso…riesci nel tuo intento…è solo perché la ipnotizzi…

e comunque dopo averla ipnotizzata…

e cerchi di possederla…

(Dark)

Cosa?

(Giulia)

Sempre voci sono…eh!

(Dark)

Che succede…dimmi!

(Giulia)

Non ti si erige il pipino the brave…

(Dark)

I che?

(Giulia)

Il trottolino venoso…

(Dark)

Mica ti capisco…

(Giulia)

Il cazzo!

E così mi fai sentire volgare…

(Dark)

Ancora con questa storia delle Zigulì?

Guarda che sono guarito da un pezzo…

era stress..

(Giulia)

A me pare tu abbia una ricaduta…

l’angel grullo che conosco io…si sarebbe fatto pure quel buco..su quella nuvola la…

(Al che Dark alzando gli occhi al sotto cielo disse)

(Padre…cerca di guarire…)

(Questa non la sopporto)

(Non ce la faccio proprio)

(Giulia)

Che bisbigli…?

(Dark)

Niente…andiamo…la tavola è imbandita…quasi..

(Giulia)

Oh finalmente…sono venuta apposta….

per il resto di cui sopra…

m’importa una lima…

Fine della terza puntata

4

(Paradiso)

Cenacolo

(Dark)

Allora Putto della malora…arrivano o no gli antipasti?

(Giovine)

Ma ci siamo seduti…otto secondi fa…

(Dark)

Quando sono depresso..o copulo..o mangio..

(Giulia)

Allora mi sa che diventerai obeso…

Giovine che fa quel ragazzo…la .così…silenzioso..?

Neanche ce lo hai presentato…..

(Emo)

Dice a me Signorina Giulia?

(Giulia)

No..no a te ti conosco…sei quello…che..ha paura di tutto vero?

(Emo)

Eh si…infatti non so perché sono venuto qui…

(Giulia)

Ti spaventa la battaglia demoniaca?

(Emo)

No…mi spaventa questa forchetta…questo coltello…il cibo che giungerà…

(Giulia)

Non capisco?

In che senso?

(Emo)

Ok..le spiego…ma si dovrebbe ricordare…

oggi mangiamo pollo ok?

(Giulia)

Già…

(Emo)

E se nella mia parte di pollo..ci trovo una lisca?

(Giulia)

Una lisca nel pollo?

(Emo)

Si..capita!

(Giulia)

Capita dove?

(Emo)

Intendo se…mentre mangio il pollo…dentro di esso…ci è finita una lisca che..ingoiandola..mi trancia la trachea o scendendo per il retto duodenale lo fora?

(Giulia)

Ma te..hai presente come è un pollo…o no?

(Dark)

Giulia…lascia stare Emo…

(Emo)

Ci sono polli…le cui famiglie di pollipedi..si sono accoppiate con pesci..

(Giulia)

Pollipedi?

(Emo)

Si…e questa unione…passata…ha modificato geneticamente i cromosomi…

e così..il figlio del figlio del figlio del pollo..potrebbe avere nelle arterie…qualche lisca…

(Giulia)

Giovine….a me questo tuo amico…mi pare scemo…

(Giovine)

Ma no..fa bene a preoccuparsi….

ormai..non sappiamo più cosa ci mettono nel cibo…

ha ragione…

(Dark)

Allora diventate plutoniani e non mi rompete il cazzo!

(Giovine)

Forse volevi dire Vegani..

(Dark)

Insomma…se il pollo non lo volete perché pensate che qualcuno gli abbia ficcato nel deretano qualcosa…ditelo…che…

(Improvvisamente l’altro ragazzo silenzioso dette ad Angel un pupazzo.

(Dark)

Cazzo è? Per me?

Grazie…ma quando l’hai fatto? È bellissimo…

ed hai usato…

(Solo due sugheri, un quarto di nuvola ed una albicocca)

(Giulia)

Fai vedere!

Ah però! Abbiamo un artista..

(Giovine)

Si..lui è il mio nuovo…amico…si chiama..Ikeo.

(Dark)

Ikeo?

(Giovine)

Si…sa costruire qualunque cosa…con pochi mezzi..

(Giulia)

Ikeo?

E che ci facciamo con lui in battaglia? Lancerà pupazzi al demonio?

Ah! Ah! Ah!

Oh..come sarà divertente…ma davvero..

(Un gatto nero..di grosse dimensioni salì sulla sedia)

(Giulia)

Sho! Gattaccio…via…

Dark cavolo…ma che avete i gatti pure qua? Occhio al pollo…

(Il gatto parve non interessarsi alla morte)

(Si sedette come un essere umano, si mise un tovagliolo e si guardò intorno)

(Giulia)

O questa? Un gatto prestidigiatopo?

(Il gatto prese una forchetta e la mise nel modo giusto)

(Poi parlò)

(Geremia)

Chi ha apparecchiato..ha sbagliato la disposizione delle posate..

quelle piccole..vanno prima di quelle del dessert…molti sbagliano e le mischiano..ma hanno due lunghezze…

(Giulia)

Dark…è un tuo scherzo…o cosa?

(Geremia allungò la zampa verso la morte)

(Geremia)

Piacere…io sono Geremia…e rappresento l’esercito dei gatti…

abbiamo accettato l’invito dell’angelo…

(Giulia trasalì)

(Dark)

La morte che trasale?

(Giulia)

Senti micio…non ti conviene che ti tocchi…moriresti..come un batuffolo farcito..

(Geremia non si impressionò)

(Allungò la mano…e diede come un cinque al palmo ossuto della morte)

(Non accadde niente)

(Poi si mise meglio il tovagliolo ed attese)

(Giovine)

Forte!

(Dark)

Geremia sono onorato…di averti al mio fianco…

ma non vedo il tuo esercito…

(Geremia)

Un angelo saggio…dovrebbe chiedersi se vedere il capo di un esercito, è di minor rilevanza, che vedere un esercito senza un capo.

(Al che ogni singolo della tavola ancora non imbandita si zittì)

(Poi Giulia volle dire la sua)

Me coioni! Anche dai gatti…ti fai sovrastare…

Dark Angel

ci sarà da ridere…vai…

fine della 4 puntata


Vagina’s secrets parte 5


5

Ogni volta che scrivo

è come se fosse la seconda volta

in quanto la prima

occasionale

quella dopo

più sentita

anche a livello cosmico direi

ora

ammetto di non essere una grande scrittrice

se donna

scrittore

se uomo

se altro

senza il viceversa delle due opponenti sopra

ammetto anche che

stento

voce del verbo vacillare

ogni volta che trovo per terra la situazione ai miei bisogni

in realtà non sono capace di lavorare

non sono capace di instaurare un rapporto

con talune

se donna

con taluni

se uomo

per più di qualche ora

non amo i rapporti lunghi

e la lunghezza per me

è variabile dalle due ore alle tre

ammetto pure che

giro d’inverno senza mutande

qualcuno se ne accorge

altre

se donna

altri

se uomo

non lo ravvedano

in quanto scettici

in quanto

direbbero

guarda quella

dice

dice

ma è menzognera

sempre se non muto in uomo

menzognero

sempre se di cui al capoverso mutabile di sopra

con rettifica adiacente

ma

io davvero non le porto

e non è un fattore iconoclastico

di esibizionismo

mi danno fastidio

mi urtano le grandi labbra

ed anche le piccole

non sono mica tanto accondiscendenti

perciò

non è un vestiario che uso

ora voi mi direte

come se parlassi

da voi a me

in modo generico di sorte

e relazionale

come ti vesti dunque

nei giorni ordinari

o quando frequenti

o quando vai al bar

o quando prendi il cappuccino

sempre al bar di cui locazione precedente non trasmessa?

Poi mi chiedereste sempre

facendo appello al vostro mal senso

interpretativo

mi domandereste

ma non ti vergogni?

Andare in giro vestita così?

Sempre se donna ovviamente

oppure

vestito così

di cui al viceversa precedente

oppure mi direste

ma come fai

si

come fai

a non avere amici

se uomo

amiche

se donna

a non avere un dialogo

che duri più di una giornata

di caldarroste nel giorno di ringraziamento delle donnole in calore

come fai

a non elargire un sorriso che non sia di convenevole parvenza

come fai?

Mi chiederebbero

forse la massa

il popolo

o l’individuo preso singolo

in ogni sua parte

domanderebbe

perché la gente è curiosa

la gente chiede

la gente osserva

la gente vive

per la novità

e quando non ne trova

ne inventa

ne realizza false di novità

se falso fosse un concetto definito per massa

non corretto alle ideologie comuni ed ambientali

pertanto

dunque

in riferimento

a quanto sopra

forse con le lacrime alle pupille

due lacrime da una parte

una dall’altra

vi risponderei

è vero

non ho amici

o amiche

tralasciando il viceversa del mutevole avvicendarsi

non ne ho

ne ho un lavoro

ne una casa

ne un numero telefonico

io viaggio con i fogliettini

dei miei informatori

consiglieri

insomma quelli

però

una volta avevo due amici immaginari

una

che era donna

subentrava quando io

ero donna

l’altro

che era uomo

interveniva quando io ero uomo

sinceramente sono durati poco perché

nel mio continuo mutare

si intercalavano troppo

tra l’apparire e lo scomparire

facendosi dispetti tra di loro

ma è olio passato

ormai

olio di segale

o di frumento avariato

lasciamo perdere

avevo una casa si

vero

ora ricordo

aveva sette stanze

una cucina tinello

un salotto post tetra guerra atomica

un bagno per la mia igiene vaginale

sempre se

al capoverso di cui sopra mi prostro

in quella casa non c’erano piante

ne un terrazzo

no quelle no

vuoi perché amo troppo la viticultura

e vedere degli esseri viventi quanto me

stantii dentro un vaso a bere acqua tutti i giorni

sinceramente non rasserenava le mie ghiandole renali

nella casa

oltre ad uno stipite in ozono

c’era una non televisione

un non forno

un non tavolo

una nessuna sedia

dato non so cucinare

ma trovo soldi per terra

di fronte ad ogni ristorante

osteria

sagra che trovo

perché sforzarsi di imparare?

Ma

e dico ma

nella mia bellissima casa

c’era una finestra

si

una finestra

in Flaminio d’acanto

dove ogni sera

sempre sola

in quanto donna

o solo

in quanto a differenza

di estremo precedente

o altro

se vogliamo escludere

le due parti congenite

ogni sera osservavo

quel tramonto

che alienato

radiava

la mia pelle

e sempre sola

osservavo la gente

tra le vie del borgo

forse strade

forse

raccordi anulari

anche medi

io osservavo

e loro

non osservavano me

e credetemi

quando osservi e sei brava

in quanto donna

al momento

a non farti scorgere

puoi notare nella gente

tante piccole cose

intrinseche

delle frivolezze d’immagine e di gesta direi

puoi notare

i loro movimenti

naturali ed innaturali

e in tutto quel guardare

ho imparato a conoscere

cosa significa sentire

poi la mia casa

che era immaginaria

un giorno

dato non avevo parato l’affitto

sempre immaginario

mi venne smantellata

da una azienda di demolizione

del sud Dakota

immaginaria pure quella

non comprendo perché siano venuti da me da così lontano

ma lasciamo perdere anche questa

ed ora che mi ritrovo qui

ad un internet pinot

(questo è vero)

vi scrivo

come ogni tanto faccio

per parlarvi di me

non so

perché compio questo gesto

non è per soldi

non è per fama

sarebbe comunque immaginaria

non trovate?

Scrivo perché credo

che un messaggio va dato

anche se sono una poco di buono

se femmina

un poco di male

se maschio

un poco d’altronde

se altro

un messaggio va sempre dato

perché qualcuno

dico qualcuno

un giorno

forse

un domani

forse mai

forse si

forse in una esistenza diversa

quasi infinita

coglierebbe

il messaggio

dicendo

Ah! Però

si

dicendo

suddetta frase non ipocrita ne gutturale

ah

però

ed io chissà

dall’alto dei veli

dal promiscuo dunque

dal vezzo irrisolto

dal luogo

che c’è solo agli occhi di chi freme

di chi crede

di chi osa

di chi muore

direi

Finalmente “

Il mio nome

è V

il resto

non sono per niente convenevoli

Vimages


Il Ritorno di Dark Angel (Seconda Puntata)


G4tZB

2

Oggi

(Giorno indefinito)

(Paradiso)

(Un angelo passeggia irrequieto)

(Molto Irrequieto)

(Dark)

Ma porca Puttina ! Nessuno, dico nessuno ha risposto al mio appello.

(Un Putto che svolazza lì timoroso, prende la parola)

(Putto di secondo degrado angelico)

Ma..mio signore …porti pazienza…sono appena passati 16 minuti da quando abbiamo spedito le lettere ai suoi amici…

(Dark)

Troppo tempo….e quanto ci vorrà mai?

No..no io ho capito….

finché ero io ad aiutare ed a rimetterci le piume…tutti presenti…

ora che ho un problema..

un grosso problema…

(Puttino)

Signore….

(Dark)

Taci…! Anzi…è pronto il Brodino per il babbo?

(Dark iniziò ad urlare)

(Dark)

Quanto cazzo ci vuole a fare un brodo?

(Puttino)

Signore…credo che abbiano avuto un problema nelle cucine angeliche..vado a controllare..

(Dark)

Vai…vai…che so già stressato…

la vita paradisiaca mi deprime…

da quando non copulo più…

(Un altro Puttino intanto arrivò trafelato)

(Puttino di primo degrado angelico)

Signore…buone nuove!

(Dark)

Eh?

(Puttino)

Sta arrivando una Macchina!

(Dark)

In paradiso?

(Puttino)

Si…

(Dark)

E da dove?

(Puttino)

Dall’alto dei cieli…è una Ferrari nera..mi pare…

(Dark)

Ma che boiate mi dici Puttino dei miei anfratti oscuri!

(Puttino)

Giuro signore Dark, mio signore!

(Dark)

Ora non fare troppo il proselito…

(Puttino)

Sta atterrando! Devo chiamare la Guardia Cherubica?

(Dark)

Ma no! Sarà un esaltato! Che chiami!

Vengo io…

e preparatemi sto cazzo di Brodino!!

(Dark Uscì dalla sala grande)

(Dark)

O vediamo…chi è sto bischero e soprattutto da dove viene!

(Un gruppo di angeli minori e due Serafini arcani si erano già radunati ove la macchina era atterrata)

(Dark)

Lei lo sa che non si può parcheggiare qui? Esca fuori da questa macchina !

(La portiera si aprì dall’alto)

(Una strana figura in tuta nera attillata ne uscì)

(Poi Dark Comprese)

(Quando Vide la Falce)

(Dark)

Ma porca troia!

(Giulia)

Angelo Grullo….so giunta! Ti garba il veicolo?

(Dark)

Ma…la carrozza?

(Giulia)

Venduta al mercato delle Sabine!

(Dark)

Scusa?

(Giulia)

Niente ti prendevo per l’osso buco!

Sveglia ! Angelo inutile! Anche la morte ha fatto l’upgrade!

(Dark)

Non ho capito una sega!

Che tu hai fatto?

(Giulia)

Mi so evoluta!

Macchina interstellare!

Cellulare con Die-Fi

Cerca Mortuario,

e guarda la mia nuova falce rinnovata!

Anichina!

(Dark)

Anichina la falce?

(Giulia)

Si perché? Non ti garba?

(Dark)

Mi fa abbastanza cacare, sia la falce che il nome…e dovresti saperlo.

(Giulia)

Certo che non sei cambiato per niente!

Anzi un po si! Sei invecchiato…

(Dark)

Si va be!

Ha parlato Quella giovane!

(Giulia)

Non ti garba la tuta In lattex scaduto?

(Dark)

Guarda…non lo voglio neanche sapere…

parliamo di cose serie…sei venuta qui dopo il mio appello?

(Giulia)

Che appello?

(Dark)

Si Buonanotte mieticoltori!

Il richiamo!

(Giulia)

Te tu mi hai chiamata?

(Dark scosse la testa)

Ossobuco…la lettera!

(Giulia)

Ah si…certo…e che pensavi non venissi…

prevedo carneficine…

(Dark)

Ma sei qui per farmi incazzare o ?

(Giulia)

E Dai abbracciami…dopo tanto tempo…che non ci si vede…

(Dark)

Abbracciare te?

(Giulia)

Si..in fondo…sarò anche la morte…ma siamo amici di merende…

(Dark)

Si come no…guarda…una colazione del cazzo…così…neanche me l’aspettavo..

(Giulia)

Altri?

(Dark)

Nessuno…oltre te…il che è tutto dire…

(Giulia)

Forse arriveranno…io so veloce…

so top

so ganza

(Dark tentò di dire qualcosa, poi lasciò perdere)

(Giulia)

Dai angelo grullo..vedrai che verranno…

dai raccontami…ti vedo davvero appassito…

Que pasa?

(Dark)

In breve…osso buco…

i babbo sta male…molto male…

(Giulia)

Ma dai che è uno scherzo…

(Dark)

Ti dico di no…è malato…

(Giulia)

Dio?

(Dark)

Si..chi? Pollicino!

(Giulia)

Ah Pollicino! Mi pareva strano fosse capitato al tu babbo.

E chi è ?

(Dark)

Sto Cazzo!

(Giulia)

Volgare!

(Dark)

Dai…era una battuta…

(Giulia)

Guarda me ne vado…

Sai quanti Obitori mi aspettano.

(Dark)

Ok stai calma che ti riassumo in breve il tutto.

(Giulia)

Vai..so tutta senza orecchie…

(Dark)

Allora…i babbo…insomma..lui Dio…

Mi mandò un mese fa un messaggio al cellulare angelico, scrivendo testuali parole..

(Figliolo non mi sento un granché bene)

Ed io ari-messaggiai

(O babbo…se è una scusa per farmi lavorare in paradiso, non ci casco)

E lui rispose…prima che il mio messaggio…fosse inviato..

(Dark , figlio mio…non è una scusa)

(Giulia)

Mitico…

(Dark)

Eh..

Poi scrisse..

(Sto morendo Dark, Vieni)

(Dark)

Ora…sta frase un po’ mi inquietò…

stavo copulando con una….

la dovetti lasciare li…balzare dalla finestra e partire per questi lidi poco ameni per me…

(Giulia)

Non è che a quella era tornato il marito e te ne sei dovuto fuggire?

Eh?

(Dark)

Ma non dire falciate!

Insomma Giunsi qua e trovai il segretario del Babbo in lacrime.

Allora è vero! Gli dissi!

E lui mi raccontò che il buon vecchio babbo ..ultimamente pareva stanco…affannato…diverso…

come se avesse…non so…

(Giulia)

L’uggia?

(Dark)

Ma vai a cacare..

comunque..non so definire…

(Giulia)

Ed ora dove è?

(Dark)

A letto..

(Giulia)

Potrei vederlo?

(Dark)

Ma figurati…

e fammi finire….

insomma…

(Giulia)

Io mica ti capisco…

ma Dio non è immortale?

(Dark)

Si…come lo sono io…e come lo sei te…anzi di più…

(Giulia)

Ed allora? Non può morire…

(Dark)

I babbo…in uno dei suoi ultimi colloqui mi rivelò..che qualcosa…era cambiato…

una legge universale

di cui al fattore x meno il gamma

fratto l’omega

so una sega

(Giulia)

Disse pure la sega?

(Dark)

No cretina! Questo lo dico io…

Non ci ho capito un cazzo…in pratica;

sta di fatto..mentre in questo mese..mi sono preoccupato di curarlo…

di accudirlo…

di misurargli la febbre..

(Giulia)

A i tu babbo..?

(Dark)

Si..

(Giulia)

E l’aveva…?

(Dark)

No…

(Giulia)

Ed allora?

(Dark)

Mi giunse la mala nuova…che i mi fratello…

(Giulia)

Gesù?

(Dark)

No quell’altro..

la pecora oscura della famiglia…

Lucifero…insomma..

aveva appreso la news nella sua sede In Tavarnelle Val di Pesa..

(Giulia)

Ah già dove ha ricostruito l’inferno con i mobili Ikea…

ricordo..

(Dark)

Si brava..li..

sono venuto a sapere da un nostro informatore demoniaco…che ,

appena ha appreso la notizia del malanno del babbo…

ha cominciato a preparare un esercito…

risvegliare gente…

mandare telegrammi…

sms

codici morse

(Giulia)

E?

(Dark)

Vuole invadere il paradiso….uccidere tutti gli angeli…

(Giulia)

Insomma vuole riprovare a sfrattarvi…

(Dark)

Si…ma ora che i babbo sta male…e rischia la morte…io non so…

ed ora che…Lucifero..quel maligno grullo…

ha studiato…di tutto, di più

magia nera estrema…

bianca

azzurra

smeriglia…

(Giulia)

Magia smeriglia?

(Dark)

Cazzo ne so…che studia….so che è veramente potente…

e nessuno a parte il babbo poteva fermarlo..

(Giulia)

Ma gli angeli?

Gli arcangeli?

I serafini?

I cherubini?

(Dark)

Non si fidano di me!

Dicono che sono un inetto..che pensa solo a copulare…

(Giulia)

Ma va?

(Dark)

Ti rendi conto…?

Ho dovuto…per un mese…fare il candido…

pregare…

fare voli pindarici inutili…

te non ti immagini la voglia che ho…di…

(Giulia)

Non lo dire…angelo maniaco…so già..lo schifo che mi fai..te e le tue pulsioni sessuali…

(Dark)

Io sono nato…per conquistare le donne…non un impero…

e così la dirigenza angelica…si rifiuta di collaborare…

(Giulia)

E dove stanno ora?

(Dark)

Oziano….

non esiste più una armata…

solo i Puttini mi seguono…

loro mi temono..

(Giulia)

Ah..allora so cazzi….

(Improvvisamente)

(Dal basso dei cieli qualcosa salì sopra la prima nuvola d’atterraggio)

(Una tranvia)

(e quando le Porte si aprirono)

(Uscirono un Ragazzo, insieme ad un altro più giovine…e ad uno ancora più strano di loro)

(Dark)

Non ci posso credere….

sei arrivato….

(Giovine)

Dark…

Cavolo…Firenze- Paradiso…non è una passeggiata…

non riuscivamo a trovare l’entrata…

non è come Harry Potter!

(Dark)

Eh?

(Giovine)

Comunque..poi ho capito…e siamo Giunti…

Che piacere Vederti….

(Al che Giulia si voltò verso il ragazzo)

(Giulia)

Fringuello! E a me non dici niente?

(Il giovine parve abbassare lo sguardo)

(Poi qualcosa scese sulla guancia)

(Giovine)

Giulia…come potrei mai dimenticarti…

lo sai…che ho…la morte nel cuore….

Fine della seconda parte


Vagina’s secrets (Parte quarta-altamente vietata ad un pubblico minore di 33 anni)


4

La mia infanzia non fu una costellazione di un firmamento

oserei dire più

un buco dell’ozono

nella galassia dei cazzi altrui

e scusate il mio modo scurrile di intercedere

ma il concetto

così apostrofato

rende più chiarificatrice l’idea

il postulato

l’assioma di meritate allusioni

poste in essere a come ho vissuto e a chi accanto ha vissuto

intrinseca a me

se donna

a me

se uomo

a noi

se diverso dal cui al primo capoverso

eversivo di cui dinanzi.

E’

pur vero che la mia vita

sia presa come contesto gerarchico di un niente

o presa come

una piccola

infinita

fessura

verso la libido

primordiale

della vostra razza

insulsa ed avida

la mia vita

riflette

lo status quo

e pro quo

ed anche pro loco

di ogni essere vivente

che sia donna

come lo sono

che sia uomo

(quando muto in quanto lo sono)

che sia diversa

(ne uomo ne donna)

dal capostipite congetturale

di cui

fatemi contare

gli spazi parafrasali

direi

abbastanza

in quanto sopra

E’ pur vero che

e qui non lo diniego

ne lo distinguo

sono entrate più cose nella mia vagina

nelle ultime trenta decadi

che

il traffico remoto vetturale

nelle galleria accomunate tali

del Monte bianco

del Mont Pellier

del Cimone

e di ogni infrastruttura del Marmolada nell’ora di Punta di una vigilia di natale

sempre considerando che

tutti

in quella epica vostra festività

vadano

ad inneggiare

il pranzo

negli ameni lidi di cui sopra

per chi non avesse capito

la mia vagina

ha visto di tutto

cose stanziali

cose meno stanziali

peni piccoli

un po’ più grandi

anche enormi

però io credo che

non sia mai contata

la distanza che intercorre

nel pensare che un pene sia più o meno grosso

o più o meno piccolo

deduco conti di più

quell’istante in cui

all’atto della penetrazione

l’uomo

sia che io muti in donna

che sia donna

o la donna

sia che io muti in uomo

o sia uomo

pone

al concetto dell’unione

e se ancora non avete capito

perché posso facilmente intuirlo dato che siete la solita massa di idioti

che non bada al concetto di per se

non bada alla nota al margine e diniego

all’irrisoria capacità di comprendere senza evolvere

non bada

al di cui

per quanto

se dove

o

al relativo percorso

che si sviluppa tra le parti

tra due persone che intendono amarsi

o solo possedersi

o solo ammiccare qualche orgasmo

lungo di più

corto di meno

un trancio della beneamata esistenza che vi accomunate

bensì

per chiarezza e definizione di cui al margine

a voi

uomini

basta infilarlo

basta fare quello

e vi osservo

e (Affermazione sostanziatale)

se vi osservo mentre lo fate

io vi guardo

e (Affermazione culturale)

temetemi

non sono guardona

lo fate su me

se donna

lo fate su me

anche se uomo

e

ipocriti

imbelli di esasperate speranze

lo fate pure su di me

se nessuna delle due parti

di cui sopra

mi impossessa

ed io vi guardo

e come se leggessi i vostri adunchi pensieri di falso moralismo

come se

fossero scritti

in quelle luride pupille scarne e chiuse

come se mi diceste

ora ti prendo

brutta zoccola

ora ti mostro

cosa sono capace

ora ti faccio godere

ora

qui

ora qua

in due minuti già si è è fatto tardi per la vostra eiaculazione

che prende

il treno del non ritorno

e timbra il cartellino della solita uscita

temo

anzi

no

per niente

di aver osservato più eiaculazioni espressive io

che lo stupore maya

all’apice del loro sviluppo

quando gli sono girati gli ormoni

perché consci che dovevano partire per chi sa dove

forse anche per andare a fare nel culo

detto posteriore

ano

dere

tano

q

senza una motivata ragione

predeterminata da eventi

definiti già postumi

ho visto uomini

cinguettare

si

cinguettare

come passerotti

ringalluzziti dalla migrazione autunnale

del tipo

dai si parte

che palle

ho visto donne

cambiare voce

da flebile

a maschile

roca

potente

non mi sono chiesta

se nel loro presente

imperfetto passato

non mi sono domandata se

della loro precedente reincarnazione

fosse rimasto il sonoro

ho posseduto

donne

sia come uomo

sia come donna

sia come entrambi

che all’atto di venire

come lo esprimete voi

all’atto del moto a luogo

dello sfogo irrisorio

come lo definisco io

mi hanno scambiata

ance se donna

per il loro ex

per i loro ex

per chissà quale ex di chi era ex

per la loro migliore amica

nemica

e

per quella che avrebbero voluta amica

anche semmai nemica

ho visto uomini

eiaculare in sanscrito

altri

echeggiare lingue

parallele solo al loro semiasse della discordia

ho

creato piacere a donne che

piangendo

le lacrime scese

come se volessero bruciare il suolo impartito

come se dentro di loro

dentro quella caduta

ci fosse una rabbia infinita

per questo aporetico mondo marcio

avulso

ed ingannevole

che

vi riguarda

ripeto

sottolineate

la cifratura

vi riguarda

riguardo voi

pronome impersonale

indefinito

ho visto amarezza

nella vostra copula

amarezza profonda

quanto

un rivolo del Nilo

post apertura

acque

ho visto

ma mai sottolineato

una sofferenza tale

e

una liberazione tale

che

forse il cielo al quale appartenevate

si

è tinto

d’affanno

affanno per

tutte le volte che avete sopportato

il taluno

o la taluna

la non ragione

la non visione

la non apertura

quella non cena

quel nessun bacio

quel niente

abbraccio

quel gelido mondo di morte

sconclusionato

ai vostri sensi

alle vostre parole

ai vostri addii

e

se

credete che io

esageri

parlando di cosa vedo mentre voi siete con me

sia che muti in uomo

sia che muti in donna

sia che

sia

quello che io sono

per me

per il mio lavoro

che non ho

per ciò che io ho

che non è niente

e nessuno

se

voi riusciste a vedere come io vedo

l’inganno della ragione

la fittizia

lieve

drammatica

simbiosi

tra voi ed il baratro dei peccaminosi sacri sensi

se

voi percepiste come me

che cosa è un battito

di chi non ha niente per morire

ed ha così tanto per non vivere

capireste

cosa io sono

cosa io rappresento

e tutto il resto poi

diventa occasionale

vituperio ed incertezza

la mia vagina

è conscia

di ciò che ha conservato

detiene segreti

li detiene

certamente

perché non amo

e non rincontro

mai

la stessa

persona

giro tra i bar

tra i cappuccini

ed i miei informatori

con i biglietti che mi donano

dove le cose scritte

prese alla lettera saranno

sono

io sono così

al di la

di ogni al di qua

Cari compagni e compagne di merende

Ferrari rochè

Kinder

gianduiotti

(Pure questi me li sono intrufolati)

l’internet pinot

sta chiudendo

come sempre

mi stanno osservando

sono donna

poco vestita

la gente guarda

cosa dovrebbe fare?

Il mio nome

è tutto un programma

Mi chiamo Valentina

Valchiria

Vetusta

Viviana

Ma

Voi

cortese ed inutile popolo che legge

chiamatemi pure

V.untitled


Sangue negli occhi del Sogno Bambino


Sangue negli occhi del sogno bambino

Esiste una come te

nel cuore di mille poeti

del battito s’ ode la lontananza ad un palmo,

della ragione

la follia,

se quel sopravvento

l’ha predestinata,

come quel pensiero che sancita la fuga

solitario incorre nel delirio.

Esiste una come te

tra le pagine bianche

della completezza,

si è uniti

quando un amore

mostra il silenzio dell’attesa

come il più grande giorno di festa.

E se la scarlatta avvenenza

della mancanza

non ci abbandona,

una lacrima

poggia in essere la sua scintilla

che radia luce

quando cade,

perché non esistono addii

ne flebili speranze

del mai amare,

non esiste un lascivo ricordo

della dissolvenza

non esiste niente

di ciò che non può essere ricondotto

a quanto tu esisti

e se l’amore

quello impavido

timoroso

occluso

incalzante

amore

nasce

nel pensiero di chi

vorrebbe la totale appartenenza

e

ci lascia perplessi

storditi

confusi

se l’amore

infimo

crudele

arrogante

ci abbandona

alla più densa

sacrificale

sentenza

io,

che di perduto amore

non ho rimpianto

ti faccio vivere.

Esiste

sempre

come negli occhi

del sogno di un bambino

un cuore gemello

che ci porterà via,

che ci legherà

per sempre,

senza vincolo mortale,

che ci farà sanguinare,

ma se ferita d’amore vero sarà,

non farà mai danno.

Esisti

tu

me lo hai chiesto

me lo hai strappato da questo cuore

infranto,spezzato,

solitario e miscredente;

con una delicatezza

che può solo farti amare

ma

se credi che sia solo amore

guarda più in la,

dove l’infinita bellezza di due corpi

avvolgono quello spazio lontano

e si alimentano prima di conoscersi.

Esiste

una come te

tra queste righe

non è un inizio

è ciò che è sempre stato

ed ora

anche tu

lo sai.

Dark Angel


Il Ritorno Di Dark Angel


Il Ritorno Di Dark Angel

(The return of Dark Angel)

(El regreso de Angel Oscuro)

(Kurudi kwa giza malaika)

Firenze 11/09/2015

Obitorio

(Infermiere)

Emm…c’è una lettera per quella. Gliela porti te?

(Secondo Infermiere)

Io? Perché?

(Infermiere)

Perché è un ordine da un tuo superiore! Ecco perché!

(Secondo Infermiere)

Ma…ma…io ho paura ad entrare li…

quella lavora sempre…

sette giorni su sette

senza sosta…

non è normale…

quella non è normale per niente.

(Infermiere)

E’ solo ligia al lavoro.

Ti ordino di consegnare questa lettera!

Non lo vedi c’è scritto

Urgente”

(Secondo infermiere)

Ok..ok…ma se non torno tra dieci minuti..ti prego di avvisare mia moglie…

che le ho voluto bene…

(Infermiere)

Sono solo leggende…sciocco…

consegna la lettera.

(L’infermiere lasciò la segreteria e si diresse verso una scala)

(Poi scese)

(Scese)

(Scese ancora)

(Sempre di più)

(Fin che giunse davanti ad una porta lamellata in bronzo)

(E bussò)

(Poi attese)

(Una voce gelida echeggiò fino alle scale)

-Si?

(Secondo infermiere)

Emm..signora mi scusi…ci sarebbe una lettera per lei

-Una lettera? Per me?

Insolito! E da chi?

(Secondo infermiere)

Meglio che gliela porto..così la visiona

-La visiono?

Dai entra scemo…

(L’infermiere titubante spinse l’enorme porta con tutta la forza e paura che aveva)

(La stanza era putrida)

(Piena di corpi )

(L’odore insopportabile)

(La strana figura lo osservò)

(Poi Gli disse)

-Vieni! Vieni…non defeco mica…e non badare…a questo…

è lavoro..

troppo lavoro…

tanto lavoro…

(Secondo Infermiere)

In effetti…siamo in un obitorio…non dovrei temere..

-Dai qua! Fai vedere!

(L’infermiere allungò una mano consegnando la lettera)

(Poi ritrasse l’arto come se la paura di perderlo per sempre fosse così tangibile)

(La strana figura depositò due coltelli insanguinati su un tavolo)

(Si sciacquò le mani)

(Poi osservò la lettera)

(E dopo averla aperta, lesse)

-Caro ossobuco, sono io, il tuo angelo Grullo preferito!

Ho bisogno di te!

Mio padre Sta morendo!

Vieni per favore nell’alto dei cieli

molto in alto

lassù

ho veramente bisogno di te

un casino sta per succedere!

Un casino

Lucifero

mio fratello

sta preparando un attacco!

Vieni!

Tuo per sempre (Purtroppo) Angelo Grullo!

(Al che la strana figura si rivelò)

(Giulia)

Non ci posso credere! Dark Angel?

Quel angelo Maniaco?

O questa?

Quanto tempo!

Dio sta morendo?

Lucifero sta incalzando?

(Giulia si fece un film mortale)

(Come un flash)

(Giulia)

Morte!

Tanta morte!

Tanta me.

(Poi guardò quell’omino tremolante e gli disse)

(Giulia)

Senti Giovane! Io mi licenzio!

(L’uomo trasalì un istante)

(Giulia si tolse il camice da lavoro)

(Poi andò verso l’armadio e dopo averlo aperto, prese una enorme scintillante falce)

(Giulia)

-Mia dolce Anichina!

E’ giunto di nuovo il tempo della mietitura!

Finalmente è giunto!

(Al che l’infermiere svenne)

(Firenze)

(Mercato Centrale)

(Un ragazzo faceva le pulizie)

(Una guardia si avvicinò a lui)

(Giovine)

Che ho fatto?

Non ho rubato niente! Neanche lo Spic e Span!

Si lo so era finito! Ma l’ho comprato con i miei soldi! Lo giuro!

(La guardia guardò divertita quel ragazzo)

(Guardia)

Una lettera per te! Idiota!

(Giovine)

Per me? Io non ricevo lettere! Io non conosco nessuno.

(Guardia)

C’è scritto: Per il giovine!

(Giovine)

E’ per me si!

(Il ragazzo aprì la lettera )

(Poi lesse)

-Mio caro amico di tante battaglie! Sono io!

Ti contatto dopo tanto tempo perché gli avvenimenti che stanno per accadere, metteranno fortemente in pericolo il vostro mondo terreno.

Stop

(Giovine)

Stop?

(La lettera proseguì)

-E’ scritta in codice morse ! Scemo! Sapevo che lo avresti detto!

Dicevo…Ho bisogno che tu venga qua!

Destinazione paradiso!

(Giovine)

Ma…ma…io…non so se…sono cambiate tante cose…

io non..sono diventato vecchio…

e poi come ci vengo…

(La lettera proseguì)

-Sei prevedibile come un tafano sopra una passera allucinata da una scorza di limone.

Prendi la tramvia , alla fermata:

Paradiso, scendi!

(Giovine)

La tramvia di Firenze va in paradiso?

(Poi continuò a leggere)

-Caro Ragazzo, mio padre sta morendo; non sto adesso a spiegarti i convenevoli…

I mi fratello…conscio di questo fatto, vuole provare di nuovo a conquistare il paradiso…vieni…

affrettati..

ne ho bisogno…

vieni…

stop..

-Questa lettera si distruggerà tra trenta secondi per autocomunione

sbrigati!

(Giovine)

Eh?

-Scherzavo Bischero…ti attendo!

Tuo amico angelico per sempre.

Dark Angel

(La guardia osservò il giovine cadere per terra inebetito)

(Altrove)

(Molto Altrove)

Vaginian Planet

(Stanze della regina)

(Una giovane fanciulla corse verso la sala grande)

(In mano aveva una lettera con attaccate delle piccole ali)

(La fanciulla attraversò la sala fino a giungere in una stanza adiacente sulla sinistra)

(Una donna)

(Una bellissima donna stava facendo delle pulizie)

(Era completamente nuda)

(La stranezza di quella situazione volse agli occhi dello spettatore e delle spettatrici)

(Casomai ce ne fossero)

(Che conficcata nella vagina aveva un uomo)

(Una specie di uomo)

(Pareva un nano)

(Ma non lo era)

(Il mini Uomo roteava vorticosamente )

(Aveva in mano uno straccio)

(E puliva in qua ed in la i mobili della sala)

(L’ancella si fermò davanti alla scena; conscia che quella situazione era propria del loro popolo)

(Le Vaginiane)

(Conscia anche che quella bellissima donna di fronte a lei, era la sua regina)

(Incoronata un anno fa a furor di Vagine)

-Signora mia Regina…le porgo una lettera!

(La donna smise di fare le pulizie)

(Il corpo del mini uomo, rallentò la sua rotazione , fino a cessare)

(Poi strappò la lettera di mano alla fanciulla e lesse)

Cara Angelika! Dolce amore mio di anni passati!

Sono io!

Si..il Tuo ammennicolo preferito!

Grossi guai qua in paradiso, dove risiedo ormai da tempi immemori!

Mio padre sta morendo!

Ti prego aiutami! Giungi a me!

Came here ! Please

tuo per sempre , for ever

Dark Angel

(Al che la regina muovendosi verso il trono, fece un gesto non proprio insolito)

(E dal suo retto anale una pergamena fuoriuscì)

-Angelika!E’ tua madre che ti parla!

Non andare!

Non

Andare!

Già tante volte lo hai preso nel culo;

cioè in me stessa dove risiedo!

E’ un angelo schifoso!

Non andare!

(Milano)

(Negozio Di Tatuaggi)

(Un Postino suonò alla porta)

(Una stupenda ragazza dai capelli Rossi andò ad aprire)

(Postino)

Salve Barbara! C’è una strana lettera per te!

(Barbara)

Si..ok me la metti li che sto finendo un tatuaggio?

(Il postino lasciò la lettera sul bancone e se ne andò)

(Barbara)

Strana lettera! Mah! Sarà l’affitto del locale! Che cavolo!

(Poi proseguì il tatuaggio al cliente)

(Dieci secondi dopo la lettera cominciò a muoversi)

(Barbara)

Ma che …?

Scusa un attimo…

Aveva ragione il postino…a dire che era strana!

Vediamo chi la manda

dunque…

..

no!

Non è possibile…

(Barbara lesse)

-Cara Barbara…sono io…

so che dopo tanto tempo…che non mi sono fatto mai sentire, farlo ora cosi; non è il massimo…

ma tu lo sai…sono un angelo…

come tu lo sei…

(Barbara vacillò)

Io..non…

(Poi continuò a leggere)

-Ho bisogno di te! Gravi fatti stanno accadendo quassù!

Molto gravi..

Mio padre è in fin di vita…

(Barbara)

Cosa?

(Barbara rilesse quelle frasi due, tre volte)

-Vieni da me appena puoi..ricordati chi sei…

ti attendo…

(Cliente)

Tutto bene signorina?

(Barbara)

Si..si mi scusi…è solo che…

(Cliente)

Devo ripassare? Non sta bene?

(Barbara)

No…è che..ho ricevuto una notizia…un po…

forte…diciamo…

credo che…devo riflettere..

Può tornare più tardi?

Anguillara Sabazia

(Laghetto quasi disconosciuto dalla mappatura locale)

(Una telecamera Zumma sul lago)

(Poi stranamente riesce a penetrare)

(Va giù)

(Sempre più giù)

(In fondo ad un abisso)

(Un’enorme sala si apre alla visione)

(Poi un’altra sala)

(Ed un’altra ancora)

(Un anguilla striscia veloce verso la più grande delle sale)

(Porta con se una lettera sul dorso viscido)

(Poi si ferma davanti ad un trono)

(Un enorme trono intarsiato di figure che paiono anguille)

(Ma abbiamo dei dubbi)

(Poi l’anguilla postasi davanti a quel trono, fa come un inchino)

(Una potente figura non bene identificata si eleva)

(E’ enorme)

(Pare una anguilla gigante)

(Pare ma non lo possiamo giurare)

(Afferra la lettera con le fauci e la apre)

-Caro Fuffi!

Sono io!

So che sei diventato grande e che finalmente ti sei distaccato da tua madre; quell’ossobuco da paura!

So anche che hai formato un impero di anguille.

(Diciamo)

Del quale tu sei il sovrano.

Ho bisogno di te qua in paradiso!

Mio padre sta male…molto male…è in fin di vita eterna…

e Lucifero…ci sta per attaccare…

Ti prego vieni da me…

prendi la tangenziale…che porta su….

aiutami..

firmato…

Dark angel..

(Ps: Ti ricordo mi devi un favore dato che mi hai ciulato la moglie alla prima del matrimonio)

(L’anguilla posò la lettera e sibilò qualcosa in anguillesco)

(Noi lo abbiamo tradotto così)

(Fuffi)

Inizia….la battaglia….

(Altrove…)

(Luogo non bene identificato)

(Crediamo tra Bologna e Casalecchio)

(Un gatto sornione passeggiava tra le strade irrisorie di quel borgo.)

(Aveva una lettera in bocca; ma la sua agilità tra le viuzze non ne era scalfita)

(Dopo aver attraversato una rampa di scale, si diresse verso nord)

(Fece un saltello su un muretto)

(Poi se ne scese e proseguì il percorso)

(Dopo una prateria, girò a destra)

(Sinistra)

(Destra)

(Osservò un cartello, poi riprese)

(Entrò in una strana cantina; un corridoio stretto)

(Non necessariamente Vasariano)

(Poi due stanze ,la cui grandezza avrebbe fatto scalpore pure in Vaticano)

(Al suo passaggio, qualche gatto balzò in piedi)

(Poi tornò mestamente a dormire)

(Giunto verso un cancello di Platino, si arrampicò sopra e lo superò fino a giungere in una stanza ovale)

(In fondo un bellissimo gatto nero sedeva su una strana sedia felina)

(Crediamo stesse leggendo qualcosa)

(Un gatto?)

Il gattino si fermò davanti al gatto più grosso e parlò.

(Badialik)

Emm…signore nostra magnificenza! Una lettera per lei.

(L’enorme gatto non si mosse dalle sue letture)

(Badialik)

Signore…credo che…cioè non vorrei disturbarla dal suo quotidiano…

vivere ma…

deve leggere questa lettera

(L’enorme gatto, quasi stizzito posò il giornale)

(Ora possiamo capire cosa stava leggendo)

(Novelle Feline)

(Guardò l’altro gatto e parlò)

(Geremia)

Dai qua!

(Badialik)

Certo capo…subito capo…agli ordini capo…

(Geremia)

Non fare lo stolto…

fammi leggere..

(Geremia con una zampa aprì quella lettera e cominciò la lettura)

-Signor Geremia, noi non ci conosciamo personalmente…ma..di lei mi hanno molto parlato…

io sono un angelo…

so che a lei gliene potrà fregare di meno…ma…

ho bisogno del suo aiuto…

so anche che le nostre razze non si sono mai conosciute…

ma in fondo anche voi fate parte di una creazione unica…

al cui apice..sta mio padre….

(Geremia)

Cazzo sta dicendo questo?

-Le chiedo…signor gatto Geremia…di venire da me…

in paradiso…

quello degli uomini…

perché una grande guerra sta per svolgersi…

l’attendo…per ulteriori e specifiche informazioni…

arrivederci…

(Geremia)

Mi ha chiamato come?

(Badialik)

Gatto Geremia Signore..

(Geremia)

Zitto! Te! Non era necessario…lo ripetessi..

cosa è sta storia del paradiso degli uomini?

(Badialik)

Non so signore…io non credo neanche a quello dei gatti..

che facciamo?

(Geremia)

Umm…direi…

io credo che…

credo che ..dopo molti anni…chiusi qui…a non far niente…

a leccarci le zampette..

(Badialik)

Ma signore, noi avevamo un compito…

(Geremia)

Quel compito si è concluso…come ben sai…da tempi immemori..

l’uomo ha scelto…e noi..siamo stati rigettati…

(Badialik)

E Perciò nonostante questo…vogliamo aiutare gli uomini…e quell’angelo?

(Geremia)

Chi sono io Badialik?

(Badialik)

Beh lei è..il nostro signore condottiero…capo…lei è…

(Geremia)

Io sono….

perciò decido…

raduna i gatti…

trovane più che puoi…

andremo lassù….

o Si che andremo….

la noia è finita….

(Altrove)

(Destinazione veramente sconosciuta)

(Al di la dallo spazio e dal tempo)

(Un uomo seduto ha davanti una lettera e la sta leggendo)

(Noi non vi racconteremo ciò che c’è scritto)

(Perché ormai è a voi noto)

(L’uomo seduto rimase a fissare quelle parole, per ore ed ore)

(Poi si fece una domanda)

(Forse importante)

(Essenziale)

(Fondamentale)

(Uomo seduto)

Caro Dark Angel, mi ricordo di te.

Apprezzo ciò che mi chiedi..

vorrei tanto aiutarti…ma come ben sai…

non posso trasportarmi altrove da qui

ne alzarmi…

non vedo una soluzione…

non posso veramente…

non posso…

a meno che……

Fine della prima parte

Dark Angel


Vagina’secrets parte 3


 il Dom, 10/05/2015 – 14:11

3

 

 

C’era un detto

credo episcopale

che arguiva pressoché cosi

 

la gallina sta al suo estorsore come l’uovo sta alla sua frittata

che di pienezza d’utero io non sia mai mancata

non fu un punto di vista

ma una locuzione a pretendere

pensai

mentre il passato scalava lontano

tra i miei

sarcastici ricordi primaverili

di quel giorno che fu

e poi mai più

 

l’esimio laureando

mi osservava sempre più stranito

quasi come il capitone

nel giorno festoso di pesca del paese

 

io

che di parer mio

sono un po zoccola

definendo tale stato

non come colei

che

onde sobbarcare ingenti e deleteri problemi economici

dona il suo antefatto

al primo che capita

sebbene pure al secondo

al terzo

al quarto

e così via

secondo mutazione vaginale

addotta

ovvio

tramutatelo in maschile

 

io

sinceramente

e che il cuore possa scoppiarmi in mille frattaglie cinesi

 

non ho mai sentito la necessità del denaro

vuoi perché me l’hanno sempre dato

le congiunture

intendo

 

vuoi perché

l’ho sempre trovato

o per terra

o in mezzo ad ameni convenevoli

dopo un sorriso

una parvenza

forse un pompino

 

inteso come piccola pompa idraulica atta a sopperire certe esigenze

millenarie

maschili

reiette

e poco raccomandabili

quali

la chiusura di un gorgo

di una fonte

di un anfratto

 

non pensate male

e ciò lo riversai anche all’esimio dottorino

 

certe parole hanno una identità meschina

nascono diverse

per poi mutare per simbiosi di massa

 

la troia era una paesana di alti borghi

la cagna

un semplice bestiario al femminile

che talvolta ulula

il cazzo

parola a voi cara ed altisonante che spesso usate in una frase su una

e se vi ci mettete d’ impegno

in due frasi su due

e se proprio

siete voi stessi

in tre frasi su tre

 

ecco

il cazzo

deriva dall’ortodosso mongolo

esportato in Italia

geneticamente modificato della cazzuola

 

strumento degli operai asiatici

atto a scalpellare

pareti

dossi

muri

ed affinità simili

 

 

ma in fondo sono frivolezze

sono orpelli dialettali di cui

 

voi

ne andate fieri

 

 

dicevo del mio essere zoccola

se donna ovviamente

 

mi faceva sentire cosi

poco abbietta al malcostume colorito delle vostre inettitudini

 

pertanto accavallai le gambe

come una certa Saronno Pietra

ai tempi che furono

atta

a mostrare al dottorino

che

ai tempi d’oggi

ero donna

non uomo

solo donna

e che la mutazione

era come una tangente

che sarebbe dovuta arrivare

ma

dati i modi

l’irregolarità dei trasporti

gli impegni di cui al capoverso che ci precederà

non sarebbe avvenuta

 

di qui a chiusura del capoverso introduttivo

 

in pratica gliela feci vedere

 

allargai così tanto le gambe

che un sibilo di vento

cambiò direzione zona equatore est

per convergere in me

 

poi dissi

 

vede dottore

ho la passera

 

nient’altro che quella

e ciò che le mostro

non è un modo congenito atto a dimostrare a coloro che

credono sia pazza

folle

strega vituperante d’ amnesie

sconnesse

 

che le mie affermazioni non sono condottiere di verità

 

io sono donna

 

al che

il dottore

il laureando

l’esimio

insomma lui

 

per la prima volta fece una cosa

totalmente inutile

 

prese dalla tacchetta interna del suo giaccone

degli occhialetti

e se li mise

 

pure orbo

pensai

 

miscredente ed orbo

 

guardi

 

rimarcai

se spera di vedere un pene

 

anche nascosto chissà dove

in un pertugio

dentro una caverna di cui alla locazione principale uterina

o

che ne so

trasparente

sa

come quegli inchiostri somatici

che vanno e vengono

 

non lo troverà

 

davvero

non lo troverà

 

 

 

il dottore

l’esimio

il cattedratico

insomma

 

tornò in se

posò gli occhiali sul tavolo

e mi fece una fatidica domanda

 

che trasporterò qui

frase fatta capo v

 

Lei crede nell’amore?

 

 

Al che

avessi avuto le palle

mi sarebbero cadute

come due valanghe di neve

durante una tempesta nel Massachusetts

o giù di li

 

lo guardai impietrita

perché donna

 

chiusi le gambe

onde marcare quel disappunto

per una domanda

così idiota

illogica

veniale

purista

 

e risposi come mio d’uopo urtare

 

se amore

 

è

 

credere in una persona che

ti possa ascoltare ogni qual volta tu ne abbia voglia

o te ascoltare lei

nei suoi problemi

meccanismi rotatori

di indifferenza globulare

e con ciò intendo

 

la massa determinante l’umore

 

se amore è

condividere con sensazioni

il levare ed il mettere

o il mettere e levare

 

lo strofinarsi

come polli gastro isterici

sopra un letto

quasi appena fatto

o di per conseguenza ed originalità

sopra un tetto

un fronzolo

una siepe appena tosata

 

di fronte ad un prato fiorito

di oscure parvenze

quali

 

forse la pioggia che tarda non verrà

o una miriade di guardoni limaioli

 

o forse dentro le concavità di un albero

antecedente dimora di gnomi

puffi oscuri

o

chissà quale tipologia fiabesca d’esseri

 

per diritto di cronaca e fantasia

di cui al capoverso precedente

 

se amore è

 

credere che la felicità

sia mattutina al tuo fianco

 

per poi scoprire

 

quale menzogna

indossa

 

chi ama

fingendo

 

chi ascolta

udendo

solo

la propria reversibilità

alla non condizione di stato

 

stato di coppia

pensante

ma individuo

egoista

e mestamente saccente al suo fascino

 

se amore è

credere che qualcosa non finirà mai

per poi comprendere che mai è iniziata

solo

l’atto illusorio

di quella infatuazione iniziale

vuoi per corretta solitudine

vuoi per rigorosa inettitudine

della noia che spesso vi assale

e vi rende così fragili

al tutto plausibile

 

e

 

e

 

vi fa credere che possiate essere

completi

con qualcuno a fianco

che con voi la mattina vi sorride

sotto una smorfia di falso cospetto

 

che poi vi accarezza

perché già compiange la cena che gli farete

 

che vi chiama tesoro

 

quando il vero forziere

è solo la determinazione di sapere

di conoscere

quanto male

nasca dentro l’illusione di un bene maggiore

un bene

che mai

potrà cessare

dentro la virtù di chi vuol credere così sia

 

se amare

è

 

tenersi mano nella mano

e fare cose semplici

forse inutili

un giro al parco

dentro i negozi

un saluto ai vicini

 

ciao come va?

Il tempo com’è

è bello si sa

 

ieri ho portato il mio bisonte dal veterinario

e te?

 

Oggi c’è un gran film in tv

e da te?

 

Ah la segui la serie

le serie

i serial

 

capisco

 

è stato bello

 

ciao

 

eh però si sta annuvolando

 

e poi continuare con il tuo amato

o amata

 

dipende

 

per le vie del borgo

 

sorridenti

 

che forse neanche ti accorgi di quel tir

che te lo porta via

 

e tutto ciò che hai sognato

ora sono uno stridio di freni e di gomme

 

ed odi la vita

come mai l’hai amata prima

 

perciò dottore

 

se lei mi chiede a me

cosa è l’amore

 

io rispondo

 

niente

di quanto sopra descritto

quelli sono problemi vostri

quello è il vostro modo ideologico di sentire

di vivere

di soffrire

 

oggi però

sono molto in vena

 

dopo le cosce

le aprirò anche parte della mia coscienza

 

per me

 

l’amore

 

è

 

l’ineluttabile

pensiero

che circuisce la sapienza

 

il suono che mai ho udito

 

la carezza che mai ho ricevuto

se non da sconosciuti per falso orgasmo

 

la speranza che mai mi ha colta

ne ora ne da bambina

 

amore è

la definizione che più sta lontana

da dove risiedo

 

e per quanto possa respirare

mescolandomi alle vostre sinergie

 

abiterò da sola

mangerò da sola

e non rimarrò da sola

 

ma scriverò all’amore

una lettera

con tre frasi semplici

semplici

 

hai sbagliato

tutto

 

 

al che

il dottore

dopo il mio turpiloquio senza senso

parve posseduto da un sonno senza fine

 

ora capisco di non essere una acculturata

una radiologa

una cosi insomma

ma così tediosa non sapevo

 

poi compresi

 

notai

ma fu quasi impercettibile

che i suoi occhi

 

si sforzavano

 

notai

e lo fu ancora meno di cui all’aggettività del capoverso precedente

che la sua pupilla destra

si ingrandiva e decomprimeva

 

in realtà

compresi

quanto avevo parlato a vanvera

 

lo compresi da quel tardo equinozio che aprii

a lui le gambe

per mostrare il crepuscolo

 

mestamente gli dissi

 

esimio

 

io capisco sia laureato

ma il portale

è chiuso

serrato

 

off

 

alzi lo sguardo dalla topa che non c’è più

e faccia l’uomo

 

o il dottore

 

anzi facciamo così

 

ci sentiamo domani

se per lei va bene

 

lui annui’

 

mi alzai

non portavo le mutande come sempre

ed uno strano

trepidio

colpì le piccole labbra

un po anche quelle grandi

 

 

non ebbi la possibilità di perdermi l’ultima inutile affermazione

dell’uomo posto di fronte di cui al capoverso iniziale della storia

disse

parole penali

 

le fisso l’appuntamento con la segretaria

come si chiamava lei?

 

Io lo guardai

e sorridendo

come colei che consapevole

che la morte

già l’ha afferrata

straziata

stravinta

perduta

 

risposi

 

il mio nome è

Valentina

Valdfonda

Vattelappesca

 

scriva

 

si

 

ma per lei

e la sua razza

di cui al capoverso primordiale

del capostipite

 

può abbreviare in

 

V

 


Vagina’s secrets (Parte seconda)


 

2

Vagavo per le lande perdute della mia Firenze

in attesa di quel non so che

forse come

anzi giammai

riflettendo in modo passivo sulla straripante saggezza che il mondo offre alle persone suscettibili

quando

la mia pupilla destra

femminile

in quanto ancora donna

notò

un portone di fatture antiche

quasi quanto l’età arcaica e misogina del dopo guerra Unno

un portone con allegata targhetta

luccicante di lingotto tagliato a mano fine fine

con su scritta

psicologo

al che

pensando di deridere inizialmente la categoria

in quanto io mica so scema

come donna

e scemo

come uomo

lessi quel nome

come colpita dalla curiosità della dilettante

dopo i postumi di una vittoria

definita per q

Qui professa l’esimio dottor Bianchi Aurelio

stimato ed ammirato psicologo

la targa diceva questo

ed mi fu insolito intuire

appena abbassai anche l’altra pupilla di cui al terreno adiacente al marciapiede fratto lo spazio della strada

cento ventiquattro euro

distesi soavi

dentro un pezzo di carta

reticente da tale invito

io

sia come donna

sia come uomo

raramente

e poco professa ad instaurare dialoghi con esimi specializzati

in menti altrui

a parte i suggeritori delle cose da fare ogni mattina al bar

dopo il cappuccino

raccolsi i soldi

ed entrai

dopo quattro rampe di scale

passando per i quattro pianerottoli che delimitavano

l’andare e venire da un piano supponente l’altro

scorsi e stavolta con ambo le pupille

che ad ogni portone che superavo

un cartello affisso diceva

ci siamo trasferiti all’ultimo piano

quattro portoni con quattro cartelli affissi

così

tutti uguali

come quel cardellino che

all’ora di punta

ruba al cuculo

lo spazio

intersettoriale

riservato di cui al pennuto del primo capoverso

giunta

in quanto donna

all’ultimo portone

non scorsi nessun avviso

biglietto

pio stick

o altro

perciò suonai

dopo settanta due secondi

e due millesimi di infinito

una gracile voce mi chiese di entrare

al che

già conscia

del insano gesto

di cui all’azione primordiale compiuta

mi accomodai in un divanetto stile rock coco’

ed attesi

dopo settantacinque secondi e due attimi fratto l’infinito

un giovane di brutte speranze mi sorrise

invitandomi ad entrare nello studio

di cui

unico partecipe

risiedeva beato

mi presentai a lui

in detti termini

un inchino

due gesti come ad indicare

che la vita è una unica parallela

in uno stato depressivo concavo

ed un bieco sorriso

che mi preposi pure io

regalare

alla sua millantata

ed acuta

ilarità

la prima ignobile domanda

fu la classica delle domande

la cosiddetta

come ti chiami

ed io

che

sinceramente

sapevo di me

il minimo indispensabile per un servizio segreto thailandese

dentro un confessionale di parte hawaiana

dissi

V

lui

l’uomo

il signore

quello li

insomma

chiese se oltre a quella V

c’era altro

perché secondo il suo punto di vista

ognuno deve essere più facilmente identificato

Spiegai lui che

il mio nome di battesimo nessuno

me l’ha mai forgiato

che mi chiamavo V

ma che a sua discrezione

poteva chiamarmi anche V

L’uomo

il signore

il cattedratico

insomma lui

non comprese

l’affinità elettiva di quella sistematica frase

forse atta a sdrammatizzare una situazione

penosa

che si era interposta tra le parti

sbloccai un senso inibitorio che ho per gli uomini

quando sono donna

e gli dissi

mi chiamo V

ma se vuole

può chiamarmi Valentina

sia chiaro

non è il mio nome di cui

all’anagrafe tributaria fanno un fascio

è

un nome fittizio

accademico

maccheronico

Mi sorrise

e ci mancava poco lo mandassi a fare nel q

mi chiese

imbracciando la tesi ecumenica del dopo risorgimento

quale motivazione mi aveva indotta

ai suoi stipiti

al che

scuotendo la testa come una verginella incartapecorita dopo il primo abbacchio

dissi

testuali parole

esimio

dottore

vede

io sono una donna

bensì

capita

e mi creda potrebbe capitare

anche in questo millesimo istante

capita che io muti

voce del verbo mutare

cambiare

puff

da così

a così

ma sappia ancora

esimio e poco rispettato dottore

nonché accademico

il mio mutare

non è poco suscettibile

anche se a prima vista

tale cambiamento può apparire irrisorio

a me

cresce il pene

e da donna

quale io sono

caratterialmente

divento uomo

con annessi connessi

concavi

e convessi

il dottorino

esimio

tentennò

si alzò in piedi

rimuginò qualcosa a me ormai sconosciuto

in quanto un pensiero non detto

significa

senza significato d’essere pronunciato

e disse

testuali parole

signorina Valentina

mi parli di lei

della sua infanzia

partiamo da li

disse

io

ancora donna

e me ne sorpresi

quasi gli vomitai un facocero su il divano

va bene

risposi

cosa vorrebbe sapere

onde far del mio caso

una idilliaca parvenza per il suo egocentrico stato d’ascoltatore

chiesi

rispose con franchezza

credo fosse la sua

non la mia

che a lui sarebbe piaciuto conoscere di più

una così particolare ragazza

anche perché casi simili non li aveva mai avuti

e senza ulteriore supponenza

voleva imparare il mestiere

anche su le lacune mancanti

delle quali era attivamente sottoposto

risposi che per quanto fosse facile ricordare anni addietro la mia infanzia

non mi era facile ricordare l’atto della nascita

ne chi fossero i miei genitore

casomai ne avessi avuti alcuni

annuì come un ebete

il giorno del ringraziamento ortodosso

balzato per sbaglio nella sinagoga a fianco

e mi chiese gentilmente di proseguire

dal primo ricordo utile

che io chiamerò

il ricordo primordiale

Ero una bambina di 12 tacche

allegra e gioviale

gioviale così tanto che già a quell’età

mandavo a fare nel q le persone come

il macellaio di paese manda i coinquilini

all’ora di chiusura del campo macello

un carattere

insolito

ricordo

che vivevo

non distante da qua

o almeno

se la condizione equatore polo sud fratto polo nord

fosse

una retta vita

io disterei

quanto un parentesi graffa

un paese

ma non come quello di cappuccetto zozzo

ed il lupo delle lande oscure

un paese con uomini

donne

bambini

capre

ovini

suini

bancarelle del mercato

una chiesa

credo pastorale

ma non so

pure un cinema

sapete quello dove i film vengono proiettati

in più

molti

molti amici

di cui ora

ne arguisco

non ho più traccia

il saccarosio sta alla sua solubilità

come le speranze infantili stanno alla loro crudele crescita

pensai

mi venne in mente

una delle prime scene ricordabili

un certo bambino

età adiacente alla mia

il cui nome

farlocco

era Biridondo

mi osservava bambina

come uno strano roteare di pupille

come se io fossi l’unica al mondo

in quella giacenza di spazio

ultra terreno

mi osservava

ed io osservavo lui

roteava due camiciottoli

tra le mani

come fosse pasta per le acciughe

e sorrideva

quasi vergognandosi

di tale gesto

di fronte ad una bella

ragazzetta come me

gli dissi

con sincronismo quasi anglosassone

di posare i camiciottoli

che non si adducevano a meccanismi cautelari per la nostra età

proponendo per le vie di fatto una corsa

tra gli sterpi

onde poterci cospargere

di irroganti fluttui rossi

all’adiacer la pelle

ti vuoi fare male V

mi chiese

il dolore

è la capacità d’attrito che l’anima ha con l’immenso indefinito

risposi

ma scosse la testa e si aggregò alla bieca combriccola

di ragazzetti che il paese offriva

di cui

adesso

parlandone apertamente

i loro nomi

già più chiari

appaiono

oltre a Biridondo

che poi era il mio massimo confidente

il cui abbigliamento

già distoglieva

la voglia di compagnia o presenza

due pantaloni cachi

l’uno sopra l’altro

otto calzini sul piede destro

e uno sul sinistro

come a compensare

uno strano paio di scarpe

il cui lato destro era smisuratamente fine ed usurato

ed il cui sinistro pareva

la succursale dei bonzi di Riace

Biridondo aveva pressoché tredici tacche

ma io gliene avrei date anche meno

per il suo dialogare compassato ed anacronistico

C’era poi

Lucienne

quattordici tacche ed una mezza luna

figlia di due imprenditori agricoli del basso tormento

vestiva con gonnellino sgargiante mussa e salsedine avariata

il suo tono di voce

echeggiava

il ritorno dei morti dementi

era antipatica a molti

me inclusa

ma non lo davo a vedere

anche se

tutti mi dicevano

che

nonostante tentassi di nascondere le cose

come uno scendiletto fa con la base di cui al capoverso in alto

ero limpida

come la rugiada

sorta sopra una vacca

ed estremamente pericolosa

Accanto a Lucienne

Morigodo

vestiva in modo anomalo

Lui era il fratello

della signorina di cui al precedente capoverso

Silenzioso

ed appartato

giocava spesso

con un Misincridone

e quando era nell’atto di farlo

non desiderava che alcuno

prendesse parte a quel gioco

solo il Misincridone

gli altri esclusi

Chi mi dava angoscia

tormento

trambusto

ed acidità di stomaco

quanto un verme poco solitario in compagnia di una lattuga piena di feci

era

Diasporo

Il bello del gruppo

due occhi color lampone

carnagione color guarnigione del impero ottomano vestiario estivo lato b

Diasporo aveva 16 tacche

possedeva un fascino che al nostro cospetto emanava coriandoli

dalle viscere di una terra mai riarsa

al cielo candido in una sera senza stelle

Mi avvicinai a lui e gli sorrisi

poi mi voltai

quasi vergognata da tale gesto

presi il Camiciottolo e ci giocherellai

fine della seconda parte

V.